domenica 15 maggio 2016

L'Indice dei rossetti proibiti

Supermercato ore 17:30. Ignoro beatamente la mia severa lista della spesa (detersivo per i piatti, varechina, pellicola, dentifricio). Fingo addirittura di perderla per fornire un valido alibi alle mie intenzioni criminali e mi dirigo con sicurezza shifferiana verso il reparto makeup, ripetendomi mentalmente "perché io valgo", tanto per creare la giusta atmosfera. Mi impongo di comprare solo quello che mi serve: un mascara (ne ho altri 3 ma hanno funzioni decisamente diverse), un rossetto rosso (gli altri 6 dentro la mia trousse non si avvicinano neanche minimamente al rosso universale che cerco), una matita per sopracciglia (dai, oggi non sei nessuno se non hai il gabbiano Jonathan Livingston disegnato sopra gli occhi!) e uno smalto trasparente (mi serve davvero: l'ultimo che ho acquistato è più secco dell'Attack aperto da due anni). Procedo con ordine metodico, fiera del mio self control. Poi la vedo, testa china e sguardo famelico: è l'Acquirente Ossessivo-Compulsiva. Si tratta di una specie femminile mai estinta, anzi in continua e preoccupante evoluzione. Il suo cestino è stracarico di rossetti, che testa sulla mano con fare esperto. Sposta il dorso verso la luce, osserva, odora. Se il risultato è positivo, sorride compiaciuta; in caso contrario, fa un'espressione corrucciata con gli angoli della bocca all'ingiù e rimette a posto il prodotto deludente, senza dargli una seconda chance. Pochi candidati non passano il provino: il suo cestino straripa.
Con il tempo ho imparato ad assecondare la mia debolezza per la cosmesi assegnandomi un budget mensile da non sforare, un po' come quando vai al Casinò per la prima volta e hai paura di perdere il controllo. Ci saranno 15 rossetti in quel cestino. Che cosa se ne farà? Soprattutto, quante volte li userà?. Con molta probabilità finiranno la loro carriera sepolti in modalità fossile sul fondo di una borsetta.
Questa scenetta da supermercato apparentemente frivola mi ha però scatenato una riflessione ben più seria. Avete mai sentito parlare del Lipstick Index?


Leonard Lauder lo ideò per spiegare l'aumento delle vendite dei rossetti dei brand del marchio Estée Lauder durante la recessione economica dei primi anni 2000. Il grafico permise di rilevare che tali vendite registravano un aumento inversamente proporzionale alla crescita economica. 
Antesignano del Lipstick Index fu l'Hemline Index, misuratore presentato dall'economista George Taylor nel 1926, che sfruttò l'orlo delle gonne come indicatore economico: crisi economica = gonna più lunga; benessere economico = gonna più corta.


Preciso ed efficace con la crisi del '29, oggi è stato decisamente sorpassato dagli indicatori cosmetici. 
La chiave di lettura è chiara: compriamo un prodotto non costosissimo ma gratificante, in grado di farci sentire belle e seducenti anche senza spendere un patrimonio in abiti, scarpe, parrucchieri ed estetiste. Acquistare un rossetto (o più di uno) diventa una sorta di premio all'autostima, necessario all'equilibrio psico-fisico spesso minato dall'andamento altalenante dell'economia nostrana. Una risposta glamour a una picchiata economica che non siamo in grado di domare.
Amica dai 15 rossetti, hai tutto il nostro sostegno. Colorati la giornata di rosso, fucsia e arancio perché a ingrigirtela ci pensa la Borsa... e non è Louis Vuitton.


lunedì 9 maggio 2016

Torta di mele e un vaso pieno di aspettative

Metti cinque donne, single ma non troppo, una sera piovosa di inizio maggio, una tazza di tè e una soffice torta di mele: il salotto di casa si trasforma nell'Internazionale Comunista. Chiacchiere, dibattiti, risate... ognuna ha voglia di raccontarsi e di specchiarsi negli occhi attenti delle altre ascoltatrici. E di cosa potranno mai disquisire cinque donne, single ma non troppo? Sempre loro: maschietti. Un po' croce e un po' delizia (forse più una via crucis ma questo è un altro discorso), protagonisti, senza possibilità di replica, delle chiacchiere femminili, fin dai tempi più remoti (perché lo sappiamo: anche le colleghe primitive non se la passavano bene a ramazzare nelle caverne mentre il Mister di turno si divertiva a inseguire animali nella foresta... La storia si ripete). L'ordine del  giorno di queste riunioni condominiali in rosa è sempre lo stesso: si parte da un rapido aggiornamento sulle new entries, con un focus speciale sui casi più tragicomici capitati nelle ultime settimane; segue un ordinato dibattito analitico sull'individuo in questione (il Fuggitivo, il Miserabile, l'Irrisolto, etc.); si procede poi con la rassegna dei casi simili all'insegna del sempre valido "mal comune, mezzo gaudio"; pausa caffè/tè/vino; infine, si tirano le somme. E qui viene il bello. In bilico tra cinismo e speranza, ognuna dice la sua, sfoderando perle di saggezza che neanche Osho dopo mesi di meditazione a testa in giù su un ramo. "Nessuna pietà, non si meritano nulla", è lo slogan incendiario di una delle partecipanti, "tanto sono tutti uguali, nel senso che sono ugualmente stronzi". "Attenta! La legge di attrazione è sempre in agguato: pensieri negativi attraggono persone negative. La vita ti manderà ciò che chiedi", ribatte un'altra, illuminata sulla via di Damasco in pieno stile The Secret. Poi c'è la soluzione: "Io non chiudo mai la porta in faccia agli uomini con cui ho avuto una relazione di qualche mese, se non ci sono state particolari mancanze di rispetto. Preferisco prendermi un po' di tempo per disintossicarmi e poi riallacciare i rapporti, così da non portarmi dentro un senso di sconfitta". La ascolto, rifletto: ha ragione. Non c'è altro modo per non perdere la fiducia nell'amore se non quello di cogliere il buono da ogni esperienza, anche se ti ha fatto consumare 16 kg di Carte d'Or e ti ha fatto versare lacrime degne di una regina del melodramma napoletano. "Ragazze, bussiamo alle porte del mondo con un vaso carico di aspettative", così conclude un'altra congressista. Mi piace. Tempo due ore e mi sento carica e positiva come una pila Duracell. Non privatevi mai della bellezza di questi incontri only women: scoprirete la parte più giusta di voi.
"Crederci sempre, mollare mai": non è Voltaire: è Simona Ventura, ma rende l'idea.