giovedì 23 giugno 2016

Stop allo spot: pubblicità al limite del delirio

La pubblicità è un mondo meraviglioso, compendio cinematografico perfetto dei vizi e delle virtù della nostra società. Esattamente come un film, gli spot pubblicitari suscitano nello spettatore un meccanismo di ipnosi mediatica, un processo psicologico di autoconvincimento che quel prodotto reclamizzato debba essere tuo, costi quel che costi. 
Una cosa è certa: più gli spot sono fastidiosi, più ci invaderanno il cervello, portandoci a ricordare inconsciamente l'oggetto in questione e a cercarlo affannosamente tra gli scaffali dei supermercati. 
Ecco la mia top selection dei momenti pubblicitari più deliranti:
1) Un grande classico. C'è lei, figlia promiscua di madre beffarda. Soffre di un fastidioso prurito INTIMO, ma la vergogna la assale: vai tu a far credere a mammà che quello è un sintomo di cattiva igiene del bagno della scuola! Mamma non ci crede, bella mia, ma è imbarazzata e non fa domande: meglio non sapere perché la pargoletta di casa ha contratto la peste in zona bikini. Grattarsi pare brutto, troppo provinciale? Mamma, donna scafata, ha la soluzione in crema. 
La pausa teatrale tra le parole "prurito" e "intimo" pronunciate dalla figlia finta ingenua è da Oscar. Voto: 7 1/2.

2) Sempre in tema prurito, una new entry. Una signora sta male, si contorce e non riesce a fermare il fastidioso bruciore. Prima di comprare una caspita di crema lenitiva, le prova tutte: si fa addirittura grattare la schiena dal muso di un cavallo. Allora. Io non entro in merito alle scelte di marketing, ma mi chiedo a chi sia venuto in mente di ricreare una scena così perversamente ciccioliniana. Deve essere la cugina  della figlia del prurito intimo. Voto: 6.


3) Da un po' che non la becco, ma sempre deliziosa. Quadretto perfetto: lui, lei due splendidi pargoli. I Piccoli Mostri decidono di portare la colazione a letto ai genitori. Ottima idea, ma perché spiaccicare il pane, ovviamente dalla parte della marmellata, proprio sulle lenzuola immacolate? Poi un solo pezzo, l'altro lo tiene perfettamente in mano: quindi ce la fai, non sei impedito, bambino divertentissimo. E tutti giù a ridere! 
Poi i due flagelli di Dio, Holly e Benji de noartri, decidono di infangare il bagno con il pallone di calcio, sporchi che neanche avessero giocato dentro una fogna. Lei ride, sempre: inizio a pensare sia una paralisi facciale. Non li sgrida, li guarda con approvazione. E' un esperimento sull'educazione dei figli, forse: "i sì che aiutano a crescere". 
Infine, il momento topico dello spot. Lei, ormai dichiarata patrimonio di stupidità dall'UNESCO, versa una fetta di pizza sulla penisola della cucina: un litro di salsa di pomodoro inonda il pavimento: uno scenario da CSI Miami. Ma ce la fai a tenere una caspita di paletta, imbranata? Non siete in barca. Lei ride, poraccia. Lui pulisce con l'invincibile candeggina e si danno il 5: sono una squadra! 
Il finale dello spot è inquietante: la famiglia abbraccia... uno solo dei bambini. L'altro l'hanno ucciso come capro espiatorio? E' stato sciolto nella candeggina? Secondo me sta pulendo. E non ride. Voto: 5+.

4) Non potevo non citarti, querido amor. Che ci fai ancora nel mulino? Rosita ti tiene in ostaggio come l'infermiera premurosa di Misery non deve morire? In questo caso però, chapeau assoluto agli ideatori di questa trovata pubblicitaria. Non importa la scarsa credibilità di Banderas in versione mugnaio: è sexy, piace alle donne e le donne comprano biscotti. Fine. Ha vinto. Che faccia ambigue merendine, pane in cassetta dalle proprietà elastiche o fette biscottate a prova di judo, è figo, sempre e comunque. Uno sguardo, una voce e un'intensità da panico ormonale. Resta lì, Antonito, anzi, se hai bisogno di un sacco di farina, chiamaci. Voto: 10 cum laude.

5) Che dire della stilnovista lettera alle ascelle? Finiti i tempi delle liriche a Beatrice! Mentre Petrarca si pratica da solo un esorcismo nella tomba, le ascelle, sempre bistrattate ed escluse dai trattamenti di bellezza femminili, ritrovano una nuova importanza, un nuovo ruolo nella società. Care ascelle, sentitevi lusingate. Ora siete il centro della meditazione estetica. Altolà al sudore! Ah, no: quella è la concorrenza. Voto: 4.

Che mondo sarebbe senza spot? Immagina, puoi. Perché noi valiamo.

Mi sono fatta decisamente prendere la mano.

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